4.9.13
Wich side are you on
Da che parte stai diceva una bella canzone sindacale di molti anni fa. Ed era facile rispondere, perché da una parte vi erano i lavoratori e dall'altra il padrone che faceva di tutto per evitare che i suoi dipendenti si organizzassero.
Grazie alle appassionate interpretazioni di Pete Seeger, quella domanda secca ha poi superato il confine delle lotte sindacali degli anni 30 del secolo scorso, per essere riproposta in decine di manifestazioni, da quelle per i diritti civili a quelle contro la guerra nel Vietnam. Ed ogni volta la risposta era abbastanza facile per chi la sentiva nel mezzo di un corteo, a urlata da un palco.
Ma è davvero sempre così semplice capire da che parte stare?
E` una domanda che mi pongo oramai da qualche tempo, da quando i conflitti hanno smesso di essere definibili in modo semplice, piazzando con rapidità i buoni da una parte ed i cattivi dall'altra.
In questi giorni il tema dell'intervento USA in Siria domina la cronaca, e giustamente sono tanti gli appelli alla pace.
E tuttavia non posso dimenticare che solo poche settimane fa gli appelli erano per fare tutto il possibile per fermare una guerra civile che aveva già fatto decine di migliaia di morti.
E non posso non notare come tutti gli strumenti che gli organismi internazionale hanno al momento disponibili per una soluzione pacifica del conflitto si siano dimostrati pateticamente inadeguati.
Ed allora che fare? Quali sono i confini della linea rossa? Il timore è che qualsiasi scelta sarà quella sbagliata perché incapace di fermare la carneficina.
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