Anche Tirana ha il suo fiume, anche se la definizione va un po' larga per il Lana, quel corso d'acqua che irregimentato da due argini di cemento armato, attraversa la città, separando dalla città il vecchio quartiere del Block, dove un tempo abitava la nomenklatura del vecchio regime di Hoxha e dove oggi si trovano molti dei locali di tendenza.
Uno dei vari ponti sul Lana si trova sulla rruga Sami Frasheri ed oramai da qualche mese ospita una installazione che riporta accanto a due grandi cuori la scritta Traktati Londres 2013.
Ai non albanesi la scritta forse dice poco, anche se non sfugge come un cuore riporti una sagoma dell'Albania che differisce da quella ufficiale, ma è sufficente a far capire come il tema della conferenza di Londra del 1913 che definì i confini del primo stato albanese sia presente all'interno del dibattito politico contemporaneo in Albania.
La tesi di chi vuole riparlare della conferenza di Londra del 1913 è che quella assise definì dei confini dello stato che includevano solo una parte della nazione albanese, 1/3 sostiene in un intervista uno dei teorici della Albania naturale.
Non sono in grado di sapere quanto questo tema peserà negli esiti delle elezioni politiche albanesi che si svolgeranno il 23 giugno ma debbo dire che mi colpisce il fatto che sia ancora presente in piena globalizzazione, come elemento attorno a cui costruire o consolidare l'entità statale, il tema della nazione, intesa come collettività etnica di individui legati da una comune tradizione storica, linguistica, culturale.
E personalmente mi colpisce il contrasto fra questo elemento aggregante e quanto visto in Africa, dove la costruzione degli stati ha dovuto perennemente confrontarsi con l'esistenza di "nazioni" che non si fermavano ai confini e sopratutto stati che contenevano molte appartenenze.
E penso ai due paesi in cui ho avuto occasione di lavorare, al Sudafrica, con le sue 11 lingue ufficiali ed i molti gruppi etnici che lo popolano, e all'Eritrea, stato nato da una avventura coloniale italiana e che vede ognuno delle sue principali etnie avere connessioni oltre i confini.
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