E pareva non ci sarebbero state troppe difficoltà, del resto era noto dove stesse il cuore di tanti livornesi che negli anni si erano guadagnati la fama di irriducibili del '900, con il loro spirito irriverente e le icone dei loro ultras.
Ed invece che le cose non sarebbero andate così liscie è apparso chiaro rapidamente.
Si era conclusa da poche ore la conferenza stampa di presentazione dell'idea che sull'Unità della Toscana appare l'intervento di un consigliere del PD livornese che criticava senza mezze parole una idea che, come scriveva Alessandro Latorraca, "recluterebbe ancora Livorno nei soliti cliché di città condannata eternamente ad un passato da cui troppe volte non si è voluta affrancare".
Personalmente ho trovato la posizione interessante, ma non per il poco che dice su Gramsci, ma per il molto che dice di come si percepisce chi vive ed opera a Livorno.
Insomma quello che viene fuori non è un giudizio sulla figura ma sull'immagine che Livorno ha in Italia, percui avere anche il palasport intitolato a Gramsci diverrebbe da un lato lisciare il pelo alle componenti forse meno interessanti e dinamiche della città e dall'altro consolidare lo stereotipo della città "ultimo bastione di un tempo andato".
Certo è interessante notare, se mi si passa la battuta, che essere stati dei comunisti sia oggi considerato peggiore di essere stati alcolizzati ed un po' tossici come il candidato al momento preferito dai livornesi, Amedeo Modigliani...
Il fatto è che nella scelta di un nome occorrerebbe decidere se si intende onorare qualcuno oppure trasmettere qualche valore forte. Perché é evidente che se occorre onorare qualcuno Modigliani è una scelta eccellente: livornese, grandissimo artista, non compreso dalla città, il palasport intitolato a lui sarebbe un bellissimo segnale, e poco importa se era alcolizzato ed uso a consumare sostanze.
Ma se si vuole dire qualche cosa di più...
Fasi come la ben nota "studiate, avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza", o le parole riferite alla necessità di una scuola che formi lo studente "come persona capace di pensare, di studiare, di dirigere o di controllare chi dirige", sono messaggi precisi ed attuali, e vale appena il caso di ricordare come le ultime, assieme ad un invito a studiarsi le posizioni di Gramsci sull'educazione, siano state rispolverate di recente dal ministro dell'educazione (conservatore) inglese.
Ho insomma l'impressione che avere un PalaModì anzichè un palaGramsci non aiuterà la città a scrollarsi di dosso la patina di comunisti un po' vetero...anzi ho sospetto che forse li aiuterebbe di più sostituire le kefie e le icone sbiadite del "Che" con una visione moderna di Gramsci.
Comunque il referendum è ancora in corso, si vota qui. Io ho votato per Gramsci.