Scrive una vecchia amica su Facebook: "In Siria 100 morti solo ieri. Stavo pensando che il cuore degli italiani, indubitabilmente, batte di più se i morti sono palestinesi".
Penso che la scelta delle cause per cui appassionarsi sia sempre un tema spinoso, io ad esempio trovo difficile da digerire la sequenza che ogni tanto si produce sul mio stream di Facebook in cui si alternano immagini di bambini palestinesi con quelle di cani maltrattati e poi l'immancabile appello contro la casta...E poi di questi tempi anche l'articolo antirenziano e quello prorenziano.
Ma per tornare ai palestinesi ci sono molte cose che secondo me la rendono una causa popolare:
a) la somiglianza con cose che ci appassionavano da bambini (indiani che combattono contro le giubbe blu che gli hanno portato via la terra)
b) la somiglianza con cose che ci appassionavano da giovani (movimento rivoluzionario appoggiato dalla sinistra del mondo contro Israeliani appoggiati dagli USA).
c) l'apparente semplicita' della questione che per il perdurare nel tempo fa si che ognuno di noi si senta un po' un esperto, a differenza della Siria, di cui se e' evidente chi sono le vittime, meno identificabili i buoni (piu' facile per i cattivi) e noi abbiamo bisogno di eroi e di simboli, per dire: non esiste un equivalente della kefiah palestinese da indossare con orgoglio.
Tutto questo e' giusto? no, ma siamo fatti cosi.
PS io personalmente non condivido foto di bambini, l'orrore per la guerra non dovrebbe averne bisogno.
E poi purtroppo so che sarebbe possibile scattare foto altrettanto orribili in parecchie altre parti del mondo.